Il film di Piccioni riesce ad essere forte e delicato al contempo. Forte perché narra la storia che pian piano lega sempre più Guido (Valerio Mastandrea) - scrittore affermato stufo dei premi letterari e di non essere letto da moglie (Sonia Bergamasco), figlia (Domiziana Cardinali) ed editrice(Piera Degli Espositi) - e Giulia (Valeria Golino) istruttrice di nuoto in regime di semi libertà, per un passato da assassina. Delicato perché cerca di evitare facili patetismi e soluzioni scontate. L’unica pecca del film sono alcuni dettagli poco verosimili sulla vita carceraria. Valerio Mastandrea ancora una volta riesce benissimo nell’interpretare un personaggio con la testa tra le nuvole, con una propria realtà parallela in cui si confondono persone che conosce realmente (sua moglie ad esempio) e le sue figure letterarie per un libro di racconti ancora in fieri. Valeria Golino col suo fisico esile e la sua voce particolare riesce a rendere la fragilità e l’aggressività di una creatura contraddittoria, vittima e carnefice allo stesso tempo. Molto riusciti sono poi alcuni personaggi di contorno, primo tra tutti Filippo (Jacopo Domenicucci), giovanissimo spasimante di Costanza, la figlia di Guido. E quest’ultimo in quell’adolescente che legge Kafka e ascolta Sergio Endrigo forse ritrova un brandello dell’eroismo avuto in gioventù. Ottima la messa in scena dello showbiz letterario, mostrando come non sia diverso dagli altri solo perché “colto”: ipocrisia, opportunismo e favoritismi non mancano, il premio letterario Malaspina sembra quasi una festa televisiva. Una menzione particolare per la colonna sonora, con Sergio Endrigo, Richard Anthony ed i Baustelle, che fanno finalmente un salto di qualità. “Giulia non esce la sera” è un film a matrioska, perché in realtà ogni personaggio ha una storia tutta sua che resta inespressa, o espressa solo in parte per ovvie necessità di sintesi (ad esempio dai racconti di Guido potrebbero partire interessanti diramazioni) ma in fondo resta in muto. Perché questo è il dramma che emerge dalla storia di Piccioni: quanto sia difficile parlare a voce, come a volte solo la scrittura possa farci sentire più vicini gli uni agli altri, ma nemmeno sempre. D’altro canto basti pensare alle splendide parole di Salvatore Quasimodo:
“Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera”