Francis Ford Coppola

Fantastico

Francis Ford Coppola Megalopolis


2024 » RECENSIONE | Fantastico | Azione
Con Adam Driver, Natalie Emmanuel Aubrey Plaza, Jon Voigt, Laurence Fishbourne, Giancarlo Esposito, Dustin Hoffman, Talia Shire, Balthazar Getty



23/10/2024 di Roberto Codini
Apocalypse not: fermate il tempo! 

“Non voglio che i miei pensieri vengano intaccati dal tempo!”

“Tempo, fermati!”

Il filosofo Emanuele Severino, scomparso 4 anni fa, in una delle sue opere, citando il Faust di Goethe, diceva: “attimo, fermati, sei bello!” Ma secondo il suo pensiero non era necessario fermare l’attimo, fermare il tempo perchè noi siamo eterni.

Il protagonista di Megalopolis, l’ultimo straordinario lavoro di Francis Ford Coppola (classe 1939), Cesar Catilina, interpretato da Adam Driver (attore strepitoso), sembra citare il Faust quando, sospeso sul bordo di un grattacielo, guardando di sotto chiede al tempo di fermarsi. Probabilmente perché, a differenza di quanto pensava Severino, secondo il regista noi non siamo eterni ma mortali e tutto finirà, per cui l’unica soluzione è fermare il tempo. Ford Coppola, del resto, a 85 anni riesce a fare, oltretutto finanziandolo lui, un film di questo tipo, riuscendo probabilmente, suo malgrado, a fermare il tempo.

Cesar Catilina è un architetto che ha inventato il Megalon, un materiale da costruzione che permette di avere una visione futura delle città, a partire da New York, che qui prende il nome di New Rome. Roma, dunque. Ancora una volta Roma. Nel recente “Godzilla e Kong, Nuovo Impero”, che immaginava una storica alleanza tra i due mostri un tempo nemici ora alleati, Godzilla dormiva nel Colosseo. Qui New York diventa New Rome.

La madre del protagonista, interpretata da Talia Shire, parla di una teoria che ipotizza l’esistenza di “undici dimensioni del tempo”, citando una particolare versione della teoria delle stringhe chiamata Teoria M, ipotizzata per la prima volta dal fisico Edward Witten. Ancora una volta il tempo, ancora una volta la fisica, come nel bellissimo Endgame della Marvel, che seguiva quel capolavoro che è Infinity War e come in Tenet di Nolan, nel cinema degli ultimi anni sono temi ricorrenti.
La Teoria M è la Teoria “Megalopolis”?

Nella scena iniziale del film, Catilina è sospeso ad un passo dal vuoto sul tetto di un edificio che somiglia al Chrysler Building di New York, solo che la città si chiama New Rome anche se ha la Statua della Libertà e Central Park. Megalopolis era un progetto al quale Coppola aveva iniziato a pensare negli anni ’80 e che la sceneggiatura è stata scritta nel corso degli anni, almeno a partire dal 2000, mentre la produzione vera e propria è partita nel 2019 ma attuata solo nel 2022.

I protagonisti, Cesar Catilina, Cicerone, il sindaco della città (Giancarlo Esposito, il Gus Fring di “Breaking bad”, Crasso (Shia LaBeouf), hanno tutti i nomi dell’Antica Roma, quindi non c’è solo Roma ma c’è l’Impero Romano, con l’unica differenza che Ford Coppola, genio assoluto del cinema, a queste cose aveva pensato già nel 1980. Il Megalon, come il Tesseract che abbiamo conosciuto grazie a quel capolavoro di quei geni della Marvel che è Infinity War, è un materiale che serve ad inventare il futuro ma è soprattutto una intuizione che prende forma ora ma che è stato progettato allora. L’uomo creatore di se stesso che, come il Superuomo di Nietzsche è portatore di una utopia perchè l’uomo non è Dio e non può essere il Creatore.
Non è un caso, infatti, che i registi che negli ultimi anni sono stati in grado di realizzare film che riassumono una vita intera, da noi Bellocchio, in Francia Claude Lelouch (Finalment, recensito su Mescalina), ora il grande Ford Coppola, sono tutti ultraottantenni. Per non parlare di Woody Allen e di Ken Loach, per i quali vale lo stesso discorso.

Non c’è niente da fare, Megalopolis è un film controverso, a tratti confuso, certamente difficile da raccontare e che va metabolizzato, che non può essere raccontato perchè bisogna vederlo fino alla fine, fino all’ultima scena, che spiega e fa capire qualcosa di fondamentale, ma è un kolossal, l’opera di un maestro del cinema che ci ha regalato un capolavoro come Apocalypse now. Un film nietzschiano, per certi versi severiniano (con i dovuti limiti, Emanuele Severino non avrebbe nemmeno tantato di fermare il tempo), un’opera filosofica e meravigliosamente complessa ma è soprattutto grande cinema, anche (se non soprattutto) perchè girato da un ultraottantenne.

Se non c’è più tempo, inventiamolo. Fermiamo il tempo e, a costo di sembrare megalomani, costruiamo la città del futuro, quella New Rome che ci riporta nell’Impero Romano, ma che forse non è solo un’utopia, perchè l’ultima scena, che non possiamo svelare, dà forse un senso a questo Mega-film.
Qui non c’è il Monolite che chiudeva quel capolavoro che è “2001, Odissea nello Spazio” ma c’è per certi versi il suo opposto e probabilmente il grande Kubrick lo avrebbe apprezzato.

Non si può fermare il tempo nella vita, ma al cinema si può. Nell’arte, come insegna il grande Woody Allen, può funzionare quello che non funziona nella vita. E, mentre il tempo è fermo, meglio andare al cinema.


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