Emmanuel Carrère

Drammatico

Emmanuel Carrère L'AMORE SOSPETTO


2005 » RECENSIONE | Drammatico
Con Vincent Lindon, Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric, Hippolyte Girardot, Cylia Malki, Macha Polikarpova, Fantine Camus

di Claudio Mariani
Più che una storia, quella raccontata ne “la moustasche”, è un pretesto per dare voce e forma ad una serie di inquietudini che risiedono nell’animo umano. Pretesto perché la storia, sebbene abbia una partenza plausibile, sfocia ben presto nel sogno, o meglio nell’incubo, sconclusionato e senza senso, tanto che il film finisce senza che ne venga data una spiegazione. Così raccontato parrebbe un film deludente, invece quella di Emanuel Carrère, che è prima scrittore che regista, è una pellicola che affascina, sia per l’ambientazione, sia per il senso di irrealtà che pervade la vicenda. Il pretesto di cui parlavamo è quello del protagonista Marc che decide di tagliarsi i baffi dopo decenni, il risultato è che né la sua compagna, né amici e colleghi si accorgono del cambiamento, anzi, sostengono che lui i baffi non li ha mai avuti. Allora inizia il travaglio mentale di Marc, che non capisce se sta impazzendo lui, sua moglie, o tutto il mondo, tanto che ad un certo punto sarà “costretto” a scappare in un altro continente. C’è, dicevamo, quel senso di claustrofobia nella storia, quel non so che di letterario dalle parti di Kafka, e lo straniamento dei personaggi viene reso perfettamente nei confronti del pubblico. Uno dei grandi pregi della pellicola che ha avuto un buon successo a Cannes, sono i due interpreti: il ritrovato e sempre impeccabile (nonché sottovalutato) Vincent Lindon, e una delle attrici più interessanti di Francia, quella Emmanuelle Devos che stupì a suo tempo con “Sulle mie labbra”. Il resto soddisfa, sia per la confezione generale, sia per la suspense, sia per il senso di disorientamento totale, e il cinema francese ci dà ancora una volta un’ottima prova che in questa stagione va ad affiancarsi ad una vasta schiera di altre eccellenti pellicole. Ultima segnalazione: altra grande prestazione dei distributori italiani che stravolgono il titolo originale in puro stile…transalpino! Un esempio di film che dimostra, una volta tanto, che non è necessario avere una storia da raccontare, ma basta l’idea, se sviluppata con intelligenza e capacità.