David Fincher

Avventura, Drammatico

David Fincher IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON


2008 » RECENSIONE | Avventura, Drammatico
Con Brad Pitt, Tilda Swinton, Cate Blanchett, Julia Ormond, Taraji P. Henson

di Claudio Mariani
Una volta tanto si può partire dalla fine, parlando della sonora “sconfitta” agli oscar del film di Fincher, avendo raccolto solo tre premi “tecnici” che nemmeno il più sprovveduto avventore avrebbe potuto negare allo splendido trucco, alla perfetta scenografia e agli effetti speciali incredibili di questo film. Delle altre 10 candidature solo l’ombra. Eppure, a molti spettatori questa sembrerà un’ingiustizia, ma ricordiamo che la storia di un film non la fanno i premi, e tantomeno le ambite statuette dell’Academy. Dopo questo preambolo, alquanto didascalico, possiamo dire che ci annoveriamo tra quelli che considerano “Il curioso caso di Benjamin Button” uno dei migliori prodotti di Hollywood degli ultimi 10 anni; o meglio, una delle più riuscite megaproduzioni, un colossal costato molto più di 100 milioni di dollari. Rispetto a come vengono generalmente investiti questi soldi, tra disaster movies e commedie a dir poco ridicole, questo film è un piccolo-grande miracolo. E’ un po’ una storia che dà le stesse sensazioni di “Forrest Gump”, e non per niente lo sceneggiatore, Eric Roth, è proprio lo stesso. In questo caso lo spunto viene da un racconto di Francis Scott Fitzgerald del 1922, e da questo se ne discosta sia come ambientazione che come collocazione storica, oltre a stravolgere completamente i passi della storia. Insomma, dello scrittore americano rimane solo l’idea di fondo. Questa versione si svolge nella New Orleans del primo dopoguerra fino all’anno della sciagura dell’uragano Katrina. La storia, ormai nota, è quella di Benjamin Button, che nasce vecchio e che, per ragioni sconosciute, ringiovanisce sempre più. Fondamentalmente trattasi comunque di una storia d’amore rincorsa, voluta tutta la vita ma destinata, per ovvi motivi, ad avere uno sviluppo tristemente inconciliabile con la “malattia” del protagonista. Per rendere il tutto la produzione si è rivolta ad un convincente Brad Pitt e ad una straordinaria –ma c’è bisogno di sottolinearlo ogni volta?- Cate Blanchett. A completare il quadro la sempre catartica Tilda Swinton. Il tutto diretto dalle magiche mani di David Fincher, regista capace di aver consegnato alla storia del cinema pellicole di generi completamente diversi ("Fight Club", "Seven", "Zodiac", due di questi con il fido Pitt). Il film scorre nelle sue quasi tre ore, liscio come l’olio, grande pregio delle sceneggiatura e di una regia classicamente poco invasiva. Ciò che la fa da padrona è la storia e il processo di identificazione con i personaggi, quasi scontato. Alla fine la pellicola convince e coinvolge soprattutto i sentimentali (ma attenzione, senza usare il sentimentalismo) e chi si fa affascinare dalle vite “straordinarie”, perché di questo il film parla. E’ proprio il genere di film di cui si potrebbe parlare molto ma che, alla fine dei conti, si fa prima a consigliare, e basta!

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2007 Drammatico, Thriller
recensione di Claudio Mariani