Danny Boyle

drammatico, commedia

Danny Boyle THE MILLIONAIRE


2008 » RECENSIONE | drammatico, commedia
Con Mia Drake, Imran Hasnee, Anil Kapoor, Irfan Khan, Madhur Mittal, Dev Patel, Freida Pinto, Shruti Seth

di Arianna Marsico
L’ultimo lavoro di Danny Boyle racconta la difficile crescita di un giovane indiano puro di cuore, Jamal, una discesa negli inferi fino alla possibilità di riscattarsi partecipando al quiz “ Chi vuol essere milionario?” (sì, proprio la versione indiana del format presente anche in Italia). Ancora una volta, come ai tempi di “Trainspotting”, il regista non ha paura di mostrare la realtà in modo crudo. Stavolta va anche oltre, perché la tragica realtà dei bimbi indiani non offre spunti esilaranti (non si può dimenticare la presentazione di Sick Boy, poco dotato di fibra morale ma molto preparato su Sean Connery). Jamal, semplice “ragazzo del the” in un call center si trova a dover spiegare alla polizia il motivo per cui conosce le risposte del quiz. Non ha barato, è stata la durezza della vita a fargli conoscere certe cose, in un modo così traumatico da non poter dimenticarle più. E così ogni spiegazione diventa un flashback, un modo per conoscere l’India. L’India della fame più nera, dello sfruttamento minorile e quella delle star di Bollywood. Un’India dai mille colori, festosa e felice seppure povera, ed un’India nera, travolta dalla violenza, nella quale si impara a far del male per sopravvivere sin dalla più tenera età (come farà Salim, il fratello maggiore di Jamal). Il film è quindi una visione completa e niente affatto da villaggio vacanze di un paese così complesso, con la lente del regista che indulge anche sui dettagli più strazianti che sarebbe stato meglio non vedere e continuare a pensare che non sia vero, che sia tutta un’orrenda leggenda metropolitana. Strepitoso il numeroso cast, con ben tre diversi attori per interpretare i protagonisti (Jamal, Salim e Latika) alle diverse età. E la cosa stupefacente è ritrovare, anche in Jamal, Salim e Latika, adulti, gli stessi sguardi che avevano da bambini, con la stessa impronta lasciata dall’India madre matrigna.

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