Un reality show al largo dell’oceano! Potrebbe essere questa la nuova frontiera del mercato dell'entertainment sempre alla caccia di situazioni estreme ed out da proporre ad un pubblico vorace e famelico! Open water, secondo film dello scrittore/regista/montatore Chris Kent, ci racconta la storia “vera” di una coppia di americani, Daniel e Susan, che si concedono una vacanza su un’isola per evadere da una vita affogata nel lavoro e finiscono abbandonati in mezzo all’oceano dal distratto equipaggio dell’imbarcazione che li ha sin lì condotti per un’escursione subacquea. Soli, infreddoliti e nelle acque infestate dagli squali, la coppia si ritrova a fare i conti con la fragilità e vulnerabilità delle loro vite improvvisamente alla deriva (ed i due attori sconosciuti Daniel Travis e Blanchard Ryan sono perfetti e “naturali” nel dar sfogo alle ataviche paure e debolezze dei loro personaggi). In questo rovinoso inabissarsi sono spiati ossessivamente dalla videocamera di Kent, regista pulito, paziente ed “asciutto” capace di ben dosare ritmo e tensione senza nulla concedere ad una spettacolarizzazione facile o prevedibile. Siamo certi che tra qualche anno ritroveremo il suo nome dietro la macchina da presa di qualche produzione americana ad alto budget sperando però che non perda il senso della misura ed un freddo e salutare humour (al culmine della tensione è Blanchard a pronunciare una delle battute più divertenti di tutto il film: “Ma io volevo andare a sciare!”).