Mettiamo subito in evidenza quello che è il limite ed insieme il punto di forza del primo lavoro solista, dopo l’esperienza con gli Atarassia), del comasco Filippo Andreani: ricordare in modo impressionante Fabrizio De Andrè. Già l’immagine di copertina fa subito venire in mente quella di ´In direzione ostinata e contraria´. E ditemi voi se frasi come ´Se il punto di vista di Dio, fosse stato identico al mio, a nessuno sarebbe toccato di nascere uomo e morire soldato´ ( incipit di ´Per amore di un sogno´) non siano state ispirate dalla dolente compassione di Faber. Fatta questa doverosa introduzione, si può decidere di gridare al saccheggio del patrimonio del cantautore genovese o ascoltare il lavoro prescindendo dall’impronta del Maestro. Se si sceglie questa seconda via, non si resterà delusi. ´La storia sbagliata´ è un concept album che ci porta indietro nel tempo, agli anni caldi della Resistenza comasca, dove troviamo il partigiano Neri (Luigi Canali) e la staffetta milanese Gianna ( Giuseppina Tuissi), entrambi realmente esistiti, come racconta lo storico Fabio Cani nel booklet. Le loro storie di coraggio anche nell’estremo oltraggio (´In fiero tacere´, ´La sentenza´) sono raccontate senza facile retorica e con un incedere da lauda medievale (ancora ´In fiero tacere´, con i richiami alla Crocifissione che ricordano il ´Pianto della Madonna´ di Jacopone da Todi) che si sposa con la chitarra acustica e l’organo, ossatura della struttura sonora. ´La storia sbagliata´ è un’opera colta, quasi più da leggere (il libretto è davvero ben curato) o vedere rappresentata in teatro che da ascoltare su disco. Perché è sul palco che Neri e Gianna, coloro che li hanno sostenuti e quelli che li hanno traditi avrebbero un corpo ed invererebbero la Storia.