Una Una, nessuna, centomila
2013 - MArteLabel
Una valanga di suoni diversi, con radici affondate da vari stili e periodi, il tappeto musicale perfetto per le tematiche affrontate: nonostante la dolcezza quasi mormorata del cantato, questo è infatti un lavoro che esprime sentimenti molto forti, rabbia, rancore, delusione, consapevolezza del male, celati comunque dietro la maschera della calma, una tranquillità che nasconde la tempesta.
La rabbia assume i toni del racconto, sempre in modo molto intelligente e calibrato, con molta calma ed esempi elementari si arriva al succo di tutti i discorsi, quasi in modo subdolo, ma maledettamente affascinante, come se addolcendo i toni, il messaggio possa essere compreso con più facilità.
Le musiche e gli arrangiamenti non sono da meno: sono ridotti al minimo essenziale, anche se comunque molto corposi e sempre costanti, nessun colpo di scena, solo molta educazione; la chitarra scandisce il tempo, mantenendo un groove caldo e avvolgente, quasi romantico, molto pop in quasi tutte le tracce del disco. La batteria rimane in disparte, piacevolmente mantiene il ritmo subdolo, regge le dinamiche essenziali del cantato, veste il tutto con atmosfere timide quasi richiamando lo stile ritmico degli anni Settanta.
C'è anche tanta maturità nei testi di Marzia Stano, insolita per chi si ricorda il passato da rockeuse, ma non scontata. A mio avviso vessillo dell'intera crescita musicale dell'artista le tracce più significative di Una, Nessuna, Centomila, Contraria, Come il mare e la profondissima Non è colpa delle rose, che sfodera uno dei testi più intelligenti e di spessore di tutto il disco.
Incuriosisce, trasporta, fa riflettere parecchio: un disco da ascoltare senza interruzioni, il che è molto difficile dato che ogni canzone potrebbe riferirsi ad esperienze comuni un pò a tutti...Non resta che ascoltare e riascoltare per apprezzarne ogni essenziale sfumatura musicale, per capirne ogni singola parole.