Fiori innocenti<small></small>
Emergenti • Pop • Folk d´autore

U Papun Fiori innocenti

2011 - Protosound Polyproject/CNI

04/05/2011 di Alfonso Fanizza

#U Papun#Emergenti#Pop

Definiti da Red Ronnie come il lato deviato della Puglia, gli U’Papun sono uno dei progetti musicali più folli esordienti in questo 2011. Sulle orme dei corregionali Leitmotiv o degli emiliani Fragil Vida, la band pugliese mescola l’esperienza musicale con la tradizione teatrale ottenendo pregevoli risultati che prendono forma nel loro primo album, Fiori innocenti.

Il sound proposto dalla band pugliese è eterogeneo e variopinto, una miscela sonora di rock e culture etniche e popolari che trova la giusta combinazione con una testualità matura e ponderata a tratti ironica e pungente espressa per mezzo della voce pazzoide del cantautore-attore, e frontman carismatico, Alfredo Colella. Il benvenuto degli U’Papun è Inutile alchimia, un racconto sarcastico tramato su di un mix sonoro di ritmi mediterranei, richiami zigani e influenze rock ed elettroniche: il modo migliore per presentarsi agli ascoltatori. Abbandonate le perplessità iniziali, Fiori innocenti è un disco scorrevole, ogni brano è un singolo episodio a sé, racconti reali o surreali esposti con una semplicità disarmante e che mostrano l’essenza musicale della band barese. Attraverso quest’alchimia di folk, rock, funk, pop e teatro prendono forma le canzoni del disco, una sequenza di ballate provocatorie e cupe: La sposa in nero, L’odore delle rose selvatiche, La danza degli insoddisfatti, Maledettissimi soldi, Vivere come un’attrazione, Uomo qualunque e la Title – track.

Gli U’Papun propongono, frutto del loro repertorio, anche ironiche reinterpretazioni di classici della letteratura in Giulietta o delle fiabe in Biancaneve (Donna emancipata), canzoni in dialetto barese come La Nèbbie, e un paio di pezzi strumentali come Raga fiori e L’uomo nero, fino a congedarsi con l’insolita Buonanotte. Brano simbolo del disco è L’Appapparenza in collaborazione con Caparezza, importante per il tema affrontato sul culto dell’apparire e dell’appiattimento culturale che comporta. La forza espressiva degli U’Papun è da riscontrarsi nel loro live, piccoli e graziosi spettacoli dove a ricoprire un ruolo fondamentale troviamo la figura di Francesco Tatone che si aggira sul palco interagendo con band e pubblico interpretando personaggi inconsueti.

Un disco nel complesso poco originale e che a tratti ricorda altre cose, ma che vale la pena ascoltare soprattutto se proiettiamo il tutto in un contesto live.

Track List

  • Inutile alchimia
  • La sposa in nero
  • L’odore delle rose selvatiche
  • La danza degli insoddisfatti
  • Maledettissimi sogni
  • Le nebbie
  • Vivere come un’attrazione
  • L’Appapparenza feat. Caparezza
  • Uomo qualunque
  • Raga fiori
  • Fiori innocenti
  • C’era una volta….
  • Biancaneve (Donna emancipata)
  • Giulietta
  • L’uomo nero
  • Buonanotte