´Saluti da Saturno ´ è un progetto alieno guidato con perizia da Mirco Mariani, polistrumentista con alle spalle viaggi sonori che lo rendono personaggio interessante per curiosità ed irrequietezza: contrabassista diplomato, è stato batterista di Rava e Capossela, ha incrociato eterogenee rotte jazz con Trovesi, Fresu, Bollani, Villotti e altri, ha quindi percorso strade laterali del rock con Mau Mau, Mazapegul e Daunbailò, ed oggi, a nome SDS, presenta ´Parlare con Anna´, disco di esordio di difficile catalogazione. E questo è già un buon segno. A ciò si aggiunga che Mariani, autore di brani e testi, non firma a suo nome l’opera, e che la sigla SDS identifica una sorta di consorzio volutamente aperto, in cui il Nostro è affiancato da musicisti amici (giro Mariposa, Aidoru), disponibili a sostituirsi alla bisogna, soprattutto nei live. L’intenzione è quella di una ´Flexible Orchestra´, capace di andarsene in giro per il mondo della canzone a modo suo, in formazione mutevole, con una strumentazione che offra timbri e sonorità inconsuete grazie all’utilizzo di strumenti quali ondes martenot, glockenspiel, vibraphonette, cayon, mellotron etc, per una musica che si aggira dalle parti della canzone e miscela suoni da strumenti giocattolo, sfondi ambient, speziature vintage, qualche influenza caposseliana (presumibilmente accentuata dalla presenza dell’illustre ospite in 3 brani), e più di un eco di Pascal Comelade, musicista franco catalano dalla poetica ruvida e libertaria e costruttore di toys instruments. Il primo brano, ´L’Armata Balocchi´, è uno strumentale di pochi secondi, che introduce l’ascoltatore a sonorità alla Comelade a base di harmonium e strumenti giocattolo, seguito da ´Come Foglie´, uno dei brani più intensi, in cui la voce quasi recitante di Roberto Greggi è avvolta da piccoli grappoli di note disegnate da piano, vibraphonette e ondes martenot. Nella direzione di un malinconico pop da camera si muovono anche lo strumentale ´Ballata Appassionata´, puro flusso elettromagnetico da un altro secolo comprensivo di fruscio da vinile, ´Discese Tulipano´, e ´Luce´, in cui Capossela si presta con generosa semplicità all’intepretazione. Su basi iterative di impostazione minimal tracciate dal prophet si muove la splendida ´Riverenza´, in cui chitarra elettrica e baritono accompagnano discrete i misurati inserimenti di cayon, vibraphonette e tamburo,creando un impasto misterioso e affascinante, anche grazie a versi ermetici ma efficaci: ´Riverenza se puoi, non toccar la nostra casa´ Tra i brani più immediati e godibili, che potrebbero essere trainati dalla presenza di Capossela, si segnalano ´Letami´ e ´Casa´, mentre sono più orientate ad un pop sofisticato (da intendersi in senso lato) la melodia e l’arrangiamento delle tracce conclusive: ´Un Fiore che Riposa´, ´Di Profumo e Pietre Scure´ e ´Le Tue Mani´. Sono canzoni d’amore, quelle che Mirco Mariani ha composto e dedicato alla compagna Anna con sincerità e candore a volte toccante (´No, non dir mai amore, ma una parola più tenera non ho´) che ben si sposa alle atmosfere trasognate e sospese che le avvolgono: il risultato è un disco dotato di leggerezza ed onestà che, nei momenti migliori, sa colpire ed emozionare l’ascoltatore. ´Saluti da Saturno ´ (che per inciso riprende il nome dal titolo del secondo disco de Le Voci Atroci del 1997) è quindi un esordio interessante, un progetto alieno decollato dal ´pianeta della malinconia´ che speriamo atterri su lettori e pc degli amanti di progetti sofisticati ed inconsuenti in cui l’indie triangola con pop e canzone d’autore.