I Couldn't Be With You Even If I Wanted <small></small>
Emergenti • Alternative • post-rock, rock

June Miller I Couldn't Be With You Even If I Wanted

2012 - OuZeL Recordings / Upupa Produzioni

10/09/2012 di Enza Ferrara

#June Miller#Emergenti#Alternative #Rock

Come back september e arriva il primo album full-length dei June Miller, I Couldn't Be With You Even If I Wanted in uscita, appunto a settembre, per OuZeL Recordings.

The last town out of real leaves breath a dress of silence: si inizia così (con Finale). Onirico e rarefatto anche nelle parole. I Couldn't Be With You Even If I Wanted suona tutto di pancia. Come se ogni cosa avvenisse in quel determinato momento e contemporaneamente annullasse i luoghi, gli spazi ed il tempo. È un continuo perdersi per poi ritrovarsi; i pezzi sono scanditi da momenti e ritmi incalzanti e ripetitivi come accade in Zen Gain o Penrose Stairs II che, penso, sia uno dei pezzi più interessanti di tutto l’album, forse quello che più di tutti, almeno nel sound, rende l’idea di una colonna sonora di luoghi senza mappa e senza nome. Ma i June Miller sono semplicemente una band post rock, molto brava a suonare i pezzi post rock? Forse no. Forse c’è altro. Il fatto è che i June Miller si muovono entro quello stile, tipicamente post rock, ma riescono, nell’insieme, ad essere altro, ad essere sfacciati e rock, ancor prima di essere solo post rock. Ritmi veloci, momenti eterei e voci insistenti sono un mix perfetto.

Alle 4:20 del mattino non potevo ascoltare un disco migliore di questo. Ad un certo punto qualcosa non funziona e quello che non funziona – o che semplicemente non sono in grado di percepire – arriva con la track numero 3, Penrose Stair I, fin troppo cantata… Alla fine arriva The Firefly, a tratti anche pop con qualche rimando agli anni ’90. Un pezzo, di respiro quasi internazionale, che diventa sintesi di esperienza e maturità dei June Miller. Moderna, fresca e libera come non mai.

Non sono in grado di dire se i June Miller mi hanno lasciato a bocca aperta o meno (o meglio, a volte ci riescono, in Penrose stairs II ci riescono alla grande e a volte no – è normale). Sicuramente hanno fatto un disco che suona molto bene e che, nonostante quello stile particolare che li contraddistingue e che a volte li porta ad essere complicati, è alla portata di tutti.

Ho ascoltato questo disco per tre o quattro volte, nell’arco dell’intera giornata: il pensiero ricorrente era il palco e il loro live. Credo che sia li che i June Miller ci lasceranno a bocca aperta.

Intanto li ascoltiamo in disco (io spero di vederli il prima possibile suonare dal vivo!)

 

Track List

  • FINALE
  • ZEN GAIN
  • PENROSE STAIRS I
  • PENROSE STAIRS II
  • PENROSE STAIRS III
  • COLD AIR
  • HOWARD
  • DISTANCES
  • THE FIREFLY

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