Jimmy Ragazzon SongBag
2016 - USR / IRD
#Jimmy Ragazzon#Americana#Roots #Marco Rovino #Stefano Bertolotti
Song Bag è un disco importante. C'è molto vecchio legno nella foto di copertina, ci sono oggetti antichi come il mondo, radici e tronchi saldamente ancorati alla terra, c'è un viaggio nel tempo fatto di storie vissute, ascoltate e raccontate, c'è la consapevolezza dell'età della saggezza, quel tempo in cui si tirano un po' di somme e a volte i conti tornano, altre volte no, ma ciò che conta è quando alla mattina la lametta scorre sul volto per radersi e gli occhi scrutano gli occhi nello specchio, bisogna essere in pace con se stessi e con il mondo e Jimmy con questa valigia di canzoni ha trovato forse un pezzo della propria pace.
Sono dieci canzoni ponderose, delle quali otto gemme originali e due perle, Spanish Is a Loving Tongue, dal songbook del suo nume tutelare Bob Dylan, qui in una versione che se la gioca con l’originale, e la splendida The Cap a firma di quello che è un altro grande e favorito maestro, Guy Clark, che Jimmy interpreta in modo magistrale andando a costituire uno degli apici del disco.
La sua voce in SongBag riesce ad ammaliare, specie quando, come in Sold oppure in Goin’ Down (un brano splendido che ci porta dalle parti del Kaukonen di Quah) o in The Cap, abbandona il “nasale Dylaniano”, tipico in carriera di Ragazzon, e si affida invece a calde e rilassate vocalità di cui è capace e che costituiscono una bella scoperta, cosa che invero a tratti esce anche dai live dei Mandolin’ ma che in questo disco, non dovendo superare la bocca di fuoco della Band, si impone all’attenzione dell’ascoltatore con maggiore evidenza.
I testi sono un altro atout in dotazione alla valigia in cui sono contenute le canzoni di SongBag, testi spesso autobiografici che toccano chi ascolta per profondità e sincerità, una qualità che non ha mai fatto difetto al nostro. Ecco quindi il mettersi a nudo in D Tox Song e Old Blues Man ma anche la canzone di denuncia Sold (meravigliosa ballata, degna dei Maestri! ), oppure Dirty Dark Hands, commovente osservatorio sui migranti.
SongBag è un disco solista ma mai vissuto in solitudine, tanti musicisti si alternano a rinforzare con rigore e delicatezza le canzoni e la voce di Ragazzon: Marco Rovino, fido, formidabile ed insostituibile pard (chitarra, mandolino e cori), Luca Bartolini (chitarra e cori), Paolo Ercoli (dobro e cori), Rino Garzia (contrabbasso), il tutto rinforzato dagli ospiti, anche essi tra amici di sempre, Joe Barreca, Roberto Diana, Chiara Giacobbe, Maurizio “Gnola” Glielmo, Isha, Riccardo Maccabruni, Franco Rivoira e, con un bell’intervento alla voce e banjo in 24 Weeks, Jono Manson, che già aveva prodotto Far Out, ultimo lavoro dei Mandolin’ Brothers.
Questo è uno dei dischi dell’anno che sta per terminare, perfetto per affrontare con sicurezza l’anno che minaccioso sta dietro l’angolo, un altro mostro in arrivo? pronto a ridurre in brandelli i sogni di tanti musicisti? Comunque vada non ci riuscirebbe con Jimmy Ragazzon, un uomo forgiato, come quel tronco rugoso dietro le sue spalle in copertina, spalle larghe di chi le intemperie della vita le ha subite ma anche prese a schiaffi e la partita se la sta ancora giocando con grinta, grazie anche alla complicità della musica e alle grandi letture. Grazie di esserci Jimmy … straight from the heart.