Gospel Book Revisited Want You Keep Me Wild? Introducing Gospel Book Revisited
2017 - Autoprodotto
Won’t You Keep Me Wild? è l’esordio su disco dei Gospel Book Revisited.
Registrato nell’aprile 2017 da Dario Mecca Aleina e Alan Brunetta all’ Attimo Recording Studio di Cafasse (TO) in soli tre giorni, l'album vede i quattro affiancati da alcuni amici della scena blues torinese, come l’armonicista Dave Moretti, il tastierista Maurizio Spandre e la cantante Daniela Dimopoli. Il CD il vede scorrere cinque tracce: “tre grandi classici e due inediti si alternano per una ventina minuti di blues declinato in varie gradazioni di rock (dalla ballad al garage) al seguito di una voce soul”, come riporta la cartella stampa allegata. Un lavoro che, nelle scelte come nel sound, corrisponde all’immagine della band ben tratteggiata da Umberto Poli, ideatore del progetto, che così lo descrive: “legame con la nobile tradizione, piedi saldi nel presente, e occhi, orecchie e pensieri orientati al futuro”.
La conferma delle parole spese fin d’ora, arriva dall’ascolto del disco, che deflagra subito in una potente Just Want to Make Love to You, scritta da Willie Dixon e portata al successo da Muddy Waters nel 1954, per essere poi ripresa dal gotha della musica Rock mondiale (Grateful Dead, Van Morrison, Rolling Stones, Etta James, Tom Petty, Animals, Kinks e decine d’altri). No frills, ma tanto Rock, perchè il pezzo viene portato su sponde tali. Bell’inizio.
Keep Me Wild testa subito le capacità di scrittura della band. il è groove immediato, il riff s’incolla all’orecchio, dandoci l’idea di cosa sia un singolo secondo la visione della band. E Keep Me Wild risponde al quesito. La sorpresa arriva con l’ottima rivisitazione di un classicissimo del R&B come Clean Up Woman di Betty Wright, che esce dai solchi (scusate….lo scrivente continua a pensare che del CD potremmo farne a meno visto la bellezza del vinile) vestita con un intrigante abito che, musicalmente, coniuga lo stile originale arricchendola di una cadenza Southern / Funky, mentre il cantato di Camilla Vaina ricalca lo stile della Wright. Gli Alabama Shakes (nello stile) si palesano nell’intrigante I Didn’t Know Her Name del bluesman del Mississippi Leo ‘Bud’ Welch, che, di sicuro, non dirà molto ai più. In effetti questo signore, che oggi veleggia intorno agli 85 anni, ha una lunga storia (avrebbe potuto suonare alla corte di B.B. King, ma non fu in grado di partecipare all’audizione per le suo scarse condizioni economiche che gli impedirono di affrontare il viaggio per arrivare a Memphis). Passa dal Blues al Gospel, ma il suo primo album arriva solo nel Gennaio del 2014 intitolato Sabougla Voices, (Sabougla è la hometown di Welch, nel Mississippi), bissato dalla seconda prova, I Don’t Prefer No Blues, pubblicato poco più di un anno dopo, e dal quale arriva il pezzo che i Gospel Book Revisited fanno proprio in questo esordio. Versione potente, solfurea, con questo uso della voce filtrato che “sporca” il pezzo al punto giusto.
A chiudere le danze ecco il secondo pezzo proveniente dal songbook della band. E, giova dirlo in maniera milto chiara, Mary The Fool, è un gran bel pezzo. Lento, intrigante, avvolgente, la canzone è veramente molto bella. Se fossimo ai tempi delle gloriose C90 finirebbe di diritto nella selezione, dopo una nottata passata tra ballate assassine alla San Diego Serenade di Tom Waits poco prima di accompagnarsi alla meravigliosa Rickie Lee Jones del tempo. Una chiusura magistrale per un esordio destinato a traghettare i Gospel Book Revisited tra le cose migliori ascoltate quest’anno, fra quelle uscite nel nostro paese.
Da oggi è operativo il sito web della band www.gospelbookrevisited.com.
Per chi fosse interessato, ecco le prossime date della fissate al momento dove i GBR presenteranno il loro lavoro:
27.10. Sofà Cafè, Torino. Acoustic show.
09.11. Mag Mell, Alessandria. Acoustic Show.
24.11. LAB, Torino. Electric show.
29.11. Teatro Gobetti, San Mauro T.se. Electric Show.
23.12. BLAH BLAH, Torino. Electric Show.