Giovanni Succi Con ghiaccio
2017 - Ala Bianca / La Tempesta
Undici tracce piene di parole, come se ci facesse vedere scene tramite un cannocchiale, mentre la sua voce descrive minuziosamente ogni lato, aspetto, angolazione e minimo particolare, uno sguardo ai ricordi, uno sguardo al presente, con una voce inconfondibile alla quale spesso viene voglia di rivolgere una domanda per uno scambio di opinioni. Giovanni Succi dimostra di non avere "creduto a niente se non al palco e al tasto STOP", infatti ferma una situazione, la recita in modo critico, riesce a farcela vivere con le parole, con una precisa capacità di descrizione e di fermo-immagine, inserisce termini come stocastico, entromachia, spasmoplasmi alternandoli a giochi di suoni, manipola le parole, le plasma donandogli nuovo suono, fondendoli con gli stumenti e la voce, dandogli nuova vita. Polemico, pone il limite alla norma, ne sostiene la controparte, deride, schernisce “fuori da tutto era biondo come un putto” e alla fine se ciò che ci presenta non ci va bene, se così liscio non piace, possiamo sempre diluirlo Con ghiaccio.
Giovanni Succi Con ghiaccio riesce a crearsi una linea propria, innegabile, molto ben studiata, dettagliata e precisa anche nella produzione e arrangiamenti di Ivan A.Rossi, sia quando si presenta nella title-track che ci consegna la chiave di lettura dell'intero album, soprattutto se collegata a Bukowski, sia quando riesce a documentare Il giro tra bramosia e la becera attualità delle app e del merchandising, mentre in Tutto subito presenta la personale idea di questi anni. Un album che distoglie l'attenzione da tutto, che stimola la tensione, ammirevole per l'uso dei termini in grado di smuovere sensazioni contrastanti e molto coraggioso.