Garland Jeffreys The KIng Of In Between
2011 - Luna Park Record
Ed allora vediamo cosa ci riserva questo The King Of In Between, che stiamo ascoltando in anteprima visto che il disco uscirà ufficialmente il 14 Giugno. Affidatosi alla produzione di Larry Campbell il disco mostra che ci sono ancora grandi canzoni. Jefferys "è vivo, è vivo, è vivo, e non morto" come cita nella splendida I´m Alive. Il disco si apre con una trascinante Coney Island Winter, che non fatichiamo ad immaginare rutilante apertura dei concerti che il nostro si appresta ad effettuare a supporto all´album. Da notare la presenza di Lou Reed, amico del nostro ai cori. E la scrittura del pezzo deve certamente molto allo stile dello script di Reed. Di I´m Alive si è già detto. Musicalità rotonda, ballata centrata ed autobiografica. Gran pezzo. Streetwise accarezza musicalmente, atmosfere easy, forse troppo. Ma è un tipico pezzo alla Garland Jeffreys con il talking che caratterizza parte della canzone.
Altra storia con The Contortionist, pezzo decisamente migliore Ritmo suadente, direi quasi funky alla Isaac Hayes per capirci, con una bella chitarra elettrica a punteggiare le parti salienti del pezzo. Anche qui Lou Reed è presente ai cori, contrassegnando una delle migliori canzoni del lotto. All Around The World è un reggae non particolarmente avvicente per quanto ben fatto. La cosa che colpisce è che che pur essendo trasversale tra i generi musicali Jeffreys riesce a restare assolutamente credibile. ´Til John Lee Hooker Calls Me, ha il tempo di un rock blues velocizzato. Ricorda Hail, Hail, Rock´N´Roll nella qualle Garland chiamava in causa i mostri sacri del Rock. Lo stesso avviene qui con citazioni per Bo Diddley, Fats Domino, Frank Sinatra, James Brown, Loius Armstrong. Il resto del disco continua a riservare piacevoli sorprese, come in Roller Coaster Town dove gli echi di canzoni come Jump Jump tornano a galla. Love Is Not A Clichè è un blues scarno ed essenzaile. Rock ´N´ Roll Music dice tutto nel titolo. In God´s Waiting Room, altro gran titolo, sfoggia sonorità ancora blues con dobro in evidenza. The Baeutiful Truth è un pezzo che resta a metà, lasciando perplessi sulla sa validità, e lo stesso dicasi per la conclusiva Rock On che è decisamente bruttina.
A conti fatti The King Of A Between è un disco molto nostalgico, con frequenti sguardi rivolti agli anni trascorsi da Jeffreys. Ma risulta dolce ed affascinante, come solo i dschi di classe sanno fare. Un disco che conquista una sufficienza ben più che piena. Diciamo un bel 7. Welcome back!