Francesco Di Bella Nuova Gianturco
2016 - La canzonetta
Francesco di Bella inizia dal titolo a introdurci in un quartiere della sua città, con Nuova Gianturco, e lo fa mettendoci la faccia, letteralmente, nella copertina, dove appare con sullo sfondo i palazzi del quartiere, come se fosse in prima linea, evidenzia la ruggine simbolo del degrado e all'interno della custodia appare di spalle, con una lettura duplice che si spiegherà nelle tracce: non voler vedere o avere il coraggio di restare? Gianturco è un quartiere di Napoli con la zona industriale, tagliato dallo svincolo di Via Emanuele Gianturco che ha creato un microcosmo all'interno dell'area urbana, diventando da un lato uno dei quartieri della microcriminalità, del ghetto e del degrado sociale, dall'altro sede dell'Officina 99, uno dei più conosciuti centri sociali, quindi luogo dell'attivismo socio-politico che diventa lo sfondo per i personaggi che Francesco di Bella racconta nelle sue dieci tracce, tra speranze, sogni e disillusioni, ma anche coraggio di restare, sebbene i grattacieli sembrano aver creato gabbie che non permettono nemmeno più di vedere il mare.
L'artista si fa accompagnare in questo percorso per gli arrangiamenti e la produzione da Daniele Sinigallia e numerosi artisti: Neffa, Dario Sansone e Claudio "Gnut" Domestico e, soprattutto, dai 99 Posse che hanno partecipato alla stesura di Aziz con Luca “O’Zulù” Persico che da la voce al migrante parlando della sua condizione che deriva dalle guerre per i confini e dai giochi di poteri che non gli danno voce, diventando solo un "permesso scaduto a che ce pozzo fa / esco fore e me arrestano / tenite troppa cazzimma a parlà de' migranti", realizzando il brano più interessante e completo dell'intero lavoro. Francesco di Bella, oltre a questa sorta di jam session coi colleghi, presenta Tre nummarielle la ballad che gli aveva fatto vincere il Premio Lunezia 2016 e la cover folk di Brigante se more di Eugenio Bennato e Carlo d'Angiò. La scelta dell'artista è di dare voce alla speranza, ai sogni e alla vita che può migliorarsi anche tentando una vincita al Lotto, invitando a provare, ad agire e non rinchiudersi in ciò che i muri hanno costruito attorno perchè oltre quei cumuli di cemento c'è il mare, che è libertà e infinito, purezza; tuttavia sono necessari parecchi ascolti per superare il forte uso dialettale che diventa un limite se usato eccessivamente, non permettendo all'ascoltatore di poter unire immediatamente i testi, sicuramente pieni di significato, con una musica che, invece, arriva subito, ma costinge a dover leggere le parole prima di passare a un approccio completo della canzone, ma riesce a far conosere Gianturco coi suoi estremi paradossali.
In Nuova Gianturco sembra mancare qualcosa, nella sua interezza appare lineare e coerente, ma sembra volersi ritagliare una nicchia di pubblico forse perchè Di Bella è ancora legato alla lunga esperienza precedente, ma la frase riassuntiva di questo lavoro che spiega l'intenzione, speriamo non utopica, del cantautore potrebbe essere "dove nessuno ci aspetta, forse coccosa se po' cagnà/chesta è a periferia ca te spezza 'o core/china 'e malincunia/Dove l'amore non basta/la gente protesta", quindi, per rispondere alla domanda iniziale, sicuramente Francesco di Bella resta.