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En Roco L`ultimo sguardo
2016 - Dischi soviet studio / Audioglobe
Un lavoro dinamico e variegato, ricco di spunti di osservazione perchè gli sguardi sono sempre diversi, colgono sempre qualcosa di nuovo, esattamente come accade ad ogni ascolto degli En Roco. A Enrico Bosio (voce, chitarra e percussioni), Francesco Conelli ( voce e chitarra), Rocco Spigno (basso e synth), Francesca Sophie Giona (pianoforte, rhodes, ukulele e fisarmonica) e Lorenzo Santagada (batteria, percussioni e glockenspiel) si aggiungono diverse partecipazioni: Roberto Vinci, Lori Goldston, Gionata Mirai, Gimmi Guenn, Deian Martinelli, Tristan Martinelli, Alessandro Davi, Jacopo di Forte e il già citato Verardi, a sottolineare l'intensa struttura de L'ultimo sguardo, che riesce cogliere l'interesse fin dall'inizio. Il gruppo indie pop riesce a passare dalla pura canzone d'autore ad un rock a tratti malinconico, con passaggi folk, senza tralasciare influssi baustelliani in Io ti salverò, che gioca sulle due voci maschile e femminile, in apparente contrapposizione a Zitta. Un lavoro molto concreto, come i titoli, veloci, ma che racchiudono concetti che gli En Roco riescono a esprimere con una semplicità a tratti disarmante, e al tempo stesso, permettono di far scoprire la loro capacità compositiva matura e umana, creando veramente suggestioni che spesso solo la natura sa dare e che il gruppo ricrea ne Il dio del mare.
La band si rispecchia anche nella copertina serigrafata e all'interno vuota per cogliere al meglio la chiave di lettura del loro lavoro: “ Uno sguardo è più di guardare. E' entrare dentro le cose e capirne il senso in poco tempo. E' l'ultimo perchè anche così ci si può affezionare e ci insegna prima o poi sparisce. Bisogna stare attenti quando riaffiora. Non sarà mai uguale a ciò che conosciamo, avrà altre membra e altri cervelli. Altri sentimenti”, e probabilmente da questo riaffiorare di sguardi nasce la parte denominata oggi. Nelle quattordici tracce gli En Roco riescono a mantenere il contatto con l'ascoltatore, stupendolo con In senso deteriore che esula completamente dal resto, ma che riesce a trovare la giusta collocazione in un assortimento così vario. L'ultimo sguardo è da ascoltare con attenzione, ma sicuramente non riesce ad essere un semplice sottofondo perchè la voglia di scoprirlo e la voglia di volgere lo sguardo verso le tracce è magnetica.