Allison Run All those cats in the kitchen
1987 - Mantra Rec.
Una ventata di aria fresca per la scena indie nostrana di quegli anni quella proposta con “All those cats in the kitchen” rivelando come il giovane Verardi fosse talmente ispirato in fase di composizione, suggestionato tanto dalla spiritualità compositiva di Syd Barrett quanto dalle sonorità degli Smith.
Un disco che pregiandosi di sole cinque intriganti composizioni propone una miscela di acid-pop e psichedelia dal retrogusto sixties, svelando come il musicista brindisino sia stato ben presto indicato come uno degli esponenti più carismatici della “nuova psichedelica” italiana, per il suo raffinato songwriting e l’ottimo gusto nella scelta dei suoni e degli arrangiamenti.
Poco più di un quarto d’ora di ottima musica divisi in cinque incantevoli ballate che trovano forza in trame chitarristiche psichedeliche (l’introduttiva “Prelude: All Those Cats”), in melodie pop al giusto grado di acidità (“Ballad of Mr. Twist”), in bassi e tastiere che si portano dietro stralichi new wave (“Train to London”, “Yellowish”) o in cori “falsettati” (“Tell me, baby”).
“All those cats in the kitchen” è il primo tassello di una band divenuta un culto della nostra musica e del suo leader Verardi considerato a tutti gli effetti un’artista poliedrico fondamentale per la scena rock italiana, quindi un disco indispensabile.