Patrizia Laquidara Il Canto dell´Anguana
2011 - Slang Records
Da molti anni trasferita dalla Sicilia a Vicenza, Patrizia rende omaggio alla sua terra d’adozione realizzando un album che, senza preoccuparsi di fare calcoli commerciali, scava nella tradizione folk veneta. Il canto dell’Anguana affronta la musica popolare in dialetto Altovicentino e lo fa senza riproporre schemi noti ma scegliendo, nel modo d’interpretarla, percorsi innovativi sia dal punto di vista vocale, sia negli arrangiamenti (che sfiorano financo il pop) senza però perdere di vista l’importanza della narrazione. La storia forma un concept album dedicato all’Anguana, figura mitologica della tradizione popolare veneta, ma anche nordica, un’icona metà donna e metà serpente che vive in prossimità delle acque e da esse prende energia per diffondere sortilegi sia benefici che maligni.
Fondamentale è stato l’incontro tra la cantante e il poeta Ennio Sartori, sui cui testi Patrizia qua e là è intervenuta dando il suo contributo, come pure dal punto di vista musicale importante è il connubio con il compositore arrangiatore Alfonso Santimone e con gli Hotel Rif, gruppo vicentino di musicisti “scorticatori” del territorio e delle tradizioni, con alle spalle un passato con importanti collaborazioni (De Andrè, Paolini) e un decennio di vita insieme sulle strade del folk.
Questo è l’humus sul quale prende corpo il progetto che ci consegna undici canzoni di straordinaria efficacia, ricche di suoni e con la voce della Laquidara che la fa da padrone e raggiunge livelli di assoluta eccellenza su tutti i registri. Si va dalla rutilante Ah jente de me tera, in cui Patrizia passa da vocalizzi gitani incrociati con acuti che sfidano un oboe arabeggiante, a momenti intimisti e dolci come nella ninna nanna Dormi putin, a veri calembour vocali in Regina d’ombria, L’anema se desfa e Tiketetanda per finire con il tradizionale, commovente e corale Il canto dei battipali, cantato da Patrizia, Hotel Rif e coda finale delle splendide Canterine del Feo, quasi delle Mondine del Veneto.
Disco “colto”? Lavoro difficile? Solo grande musica di sorprendente modernità e fruibilità. Splendido.