Tributo Ad Ali Farka Touré

live report

Tributo Ad Ali Farka Touré Milano

04/05/2006 di Antonio Avalle

Concerto del 04/05/2006

#Tributo Ad Ali Farka Touré

Tributo ad Ali Farka Touré

4 maggio 2006
Teatro Ventaglio Nazionale (MI) La rassegna "Suoni e Visioni", organizzata dal settore cultura della Provincia di Milano, è giunta alla sedicesima edizione offrendo ancora una volta un interessante programma (Pink Martini, Tuxedomoon, Adrian Belew e Chadbourn ed altri) basato essenzialmente sul rapporto tra musica e immagini, sulla contaminazione di generi e culture differenti.
Un fuori programma, organizzato sull'annullamento del concerto di Johnny Clegg del 4 maggio, ha reso la rassegna ancora più appetibile. Il cambio di programma è stato gestito, direi in modo magistrale, da Enzo Gentile e Marco Piccardi, con l'inserimento di un tributo ad Alì Farka Touré, musicista del Mali recentemente scomparso (7 marzo scorso).
Definito dai media specializzati come il John Lee Hooker africano, Alì Farka Touré è stato reso celebre da Ry Cooder attraverso le incisioni del bellissimo album "Talking Timbuctu" e dalla pellicola diretta da Martin Scorsese "From Mali to Mississippi", emozionante viaggio alla radice della musica blues.
L'omaggio al grande griot del Mali è stato celebrato dalla presenza di Toumani Diabate con la Symmetric Orchestra, dai Tinariwen e da Robert Plant con i suoi fedeli Strange Sensation. Un cast di tutto rispetto per una serata divisa principalmente in due set: il primo riscaldato dalle note dell'esemble della Symmetric Orchestra guidato da Diabate ed il secondo concentrato sull'ipnotico trance blues dei Tinariwen (per il sottoscritto una vera rivelazione).
Lo stesso Toumani Diabate, in compagnia della sua inseparabile Kora (l'arpa liuto a 21 corde tipica dell'Africa occidentale), ha espresso attraverso musica e parole il suo riconoscimento ad Ali Farka Touré (tra l'altro i due giganti della musica maliana si erano ritrovati ad incidere il condiviso "In The Heart Of The Moon", pubblicato lo scorso anno e vincitore di un Grammy Award), a fargli da supporto la Symmetric Orchestra e l'altrenarsi alla voce di Kasse Mady Diabate, Soumaila Kanoute e Morissanda Kamissoko. L'esibizione di Diabate, che caldamente ricama ogni brano con la sua kora, è centrata sui brani tratti dalla pubblicazione del recente album "Boulevard De L'indépendence", frutto di intense jam session tenute Hogon Club di Bamako (Mali) e da brani tradizionali. Sul finire del set diretto da Diabate si è aggiunto in due brani Ludovico Einaudi riempiendo con le note del suo piano l'atmosfera già calda del teatro (Einaudi aveva già suonato con Diabate nel corso di un viaggio nel 2001).
Arriva il grande momento dei Tinariwen e l'intesa di pochi accordi basta per svelare la bellezza del loro trance blues del Sahara. I Tinariwen sono Touareg (nell'idioma sahariano tamashek "abbandonati da Dio") provenienti dal nord del Mali, che scuotono e ipnotizzano con i loro boggie blues "primordiali", mescolati tra dune e il delta del Mississippi. Foto di: Maria Battagli Il gruppo guidato da Ag Ahlahib, cantante principale e primo chitarrista, canta la vita e la sofferta indipendenza del proprio popolo (i Tinariwen esistono dagli anni '80, le loro incisioni erano proibite sia nel Mali sia in Algeria e chiunque veniva trovato in possesso dei loro nastri rischiava la prigione, in seguito agli accordi di pace del '92 hanno deposto i kalashnikov per imbracciare soltanto le loro chitarre). In diversi momenti della loro esibizioni hanno dimostrato di essere all'altezza della situazione, arricchendo il loro blues del deserto con opportune soluzioni occidentali, e realizzando ipnotici blues dalla diretta musicalità ed originalità. Stupore e ammirazione tra i presenti per uno show dal taglio deciso, sviluppato sull'interpretazione di brani tratti dai due album ufficiali "The Radio Tisdsas Sessions" e "Anassakoul", nelle loro tracce resta forte il richiamo e il ricordo a certi boogie di J.L. Hooker memoria e in certi spunti, per lasciare intendere la loro musica, richiamarei l'attenzione anche sul buon Otis Taylor. Tra gli intensi spaccati desertici vanno segnalate l'rresistibile versione di "Chatma" ("My Sisters"), "Alkhar Dessouf" e "Amassakoul'n' Ténéré".
Gran finale con Robert Plant e i suoi Strange Sensation ad aggiungersi ai Tinariwen. L'ex cantante dei Led Zeppelin con energia si propone con un solo brano dedicato ad Alì Farka Touré e a tutti i grandi del blues. Non in forma, per problemi alla voce, Plant imbraccierà la Gibson Les Paul preferendo lasciare la scena e il gran finale ai Tinariwen. L'appuntamento si è rivelato imperdibile, buona la location scelta (il teatro nazionale), su tutti la performance indelebile dei Tinariwen.