Bruno Dumont

Commedia

Bruno Dumont Ma Loute


2016 » RECENSIONE | Commedia
Con Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrice Luchini, Jean-Luc Vincent, Angélique Vergara

02/09/2016 di Claudio Busato
Dopo il successo della serie tv “P'tit Quinquin” il regista francese Bruno Dumont ne riporta sul grande schermo l'ambiente e le linee guida. Il suo nuovo film “Ma Loute” è una saga del grottesco dal sarcasmo graffiante.

Estate 1910, Baia de La Slack nel nord della Francia, tra Calais e Boulogne-sur-Mer.

Tipico paesaggio del mare del nord che cambia al cambiare delle maree. Delle misteriose sparizioni di persone inducono l'ispettore Machin e il suo assistente ad andare sul luogo per indagare. L'ispettore, di una grassezza fuori misura, l'assistente piccolo e impacciato ricordano Stan Laurel e Oliver Hardy, nei panni di una sorta di sprovveduto Nero Wolfe.

La fotografia, straordinaria, è d'epoca e richiama i quadri impressionisti di Monet con signore con ombrellini o l'impressionismo danese con lesignore che passeggiano sulla spiaggia.

Si contrappongono personaggi di due diverse classi sociali. I poveri, la famiglia Brufort a cui appartiene Ma Loute, interpretati da attori non professionisti, sono pescatori, raccoglitori di mitili e trasportatori a braccia di turisti tra una riva e l'altra della baia durante la bassa marea. Dall'aspetto ricordano i mangiatori di patate di Van Gogh. Sono antropofagi, divorano carne umana (borghese) ed emettono grugniti bestiali. I ricchi, la famiglia Van Peteghem, interpretati da attori famosi: Fabrice Luchini, Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi, vengono a trascorrere le vacanze in una villa di stile egizio sopra il villaggio. Borghesi in decadenza, atteggiati e inebetiti, per i quali è tutto meraviglioso e fantastico, che nascondono un passato incestuoso e perverso. Si sono sposati tra cugini per favorire la fusione dei loro capitali.

Alto e basso, ricchi e miseri, si cade e si vola, da un lato si mostra un perbenismo di facciata, dall'altro una primitività bestiale.

Un film dalle immagini forti, tra il reale e il surreale, tra il comico e il crudele (alla Tarantino) che non è altro che la trasposizione della commedia umana con tutte le sue sfaccettature e le sue contraddizioni.


Commenti

Paolo Ronchetti


Quando Grottesco non è una parola inutile. Una lucidissima follia che va vista e rivista per (non) essere capita sino in fondo. Casomai per spostare l`accento dall`orrore antropofago all`orrore vero. L`orrore e/o la necessità di quella cosa chiamata Lotta di Classe. Attori in forma smagliante che si piegano ad una recitazione solo apparentemente assurda (ma mai più assurda delle loro parole e dei loro atti). Bentornato Dumont!